Il borgo di Senarega nel Parco dell’Antola

I giri fotografici in Liguria mi hanno portato un pomeriggio estivo a Senarega, borgo nel Parco Regionale dell’Antola, in provincia di Genova. Si tratta davvero di un gioiello medievale caratterizzato da una pace e tranquillità davvero invidiabili.

Perchè Senarega?

Piccolo paese che sorge in una zona naturale di pregio, e che offre una rete di sentieri non indifferente, è scrigno di un passato ricco di storia e di tradizione contadina che risale al XIII secolo. Proprio per questi motivi, riuscire a visitare l’area del parco e fermarsi a Senarega credo sia un’occasione favorevole per trascorrere una piacevole giornata all’aria aperta.

L’antico ponte di accesso

Credo che il borgo non possa essere ascritto ad un tradizionale centro contadino, nel senso consueto del termine. Infatti, percorse le ultime curve della stretta strada, già si scorgono abitazioni che fanno pensare a un diverso lignaggio. Colpisce come, accanto a strutture contadine, vi siano costruzioni di altra fattura, sulle quali troneggia il castello Senarega – Fieschi, con la sua torre quadrata e l’annesso palazzo.

La stessa chiesa parrocchiale dell’Assunta, così imponente, con il suo organo di pregio, rivela un passato di centro popoloso della valle, posto sulla via del sale. Oggi è quasi disabitato, anche se d’estate si rianima, grazie anche alla vicinanza a Genova. Così, come si attraversa l’antico ponte e si sale la breve stradina che introduce al centro abitato, già si viene accolti dalle prime attività esistenti a Senarega.

Il borgo in pietra

Innanzitutto, il ristorante dai tipici sapori locali. Poi, il museo etnologico della vita contadina, tappa anch’esso imprescindibile. Ma anche una bottega di un’artista che qui, nella pace, riesce a creare rivisitazioni che ben si sposano con la struttura del piccolo borgo.

Le curiosità del borgo

Già ho parlato delle principali attrattive di Senarega, ma forse quello che attira di più è la possibilità di camminare al suo interno senza il consueto traffico carrabile. infatti, come già detto, il paese sorge a lato della strada che prosegue per raggiungere altre località della zona, quindi per visitarlo bisogna parcheggiare l’auto e proseguire a piedi.

Le viuzze lastricate che si inerpicano sulla collina sono un piacevole preludio allo spettacolo delle case in pietra che si susseguono. E’ una buona occasione per un servizio fotografico, credo in tutte le stagioni dell’anno. Io ci sono andata sul finire dell’estate, ma, risultando zona da galaverna, credo che in inverno offra scenari unici.

Il museo a tappe della Valle Scrivia

Ho apprezzato molto come ci abbiano offerto le chiavi del museo per andare a visitarlo, una semplicità di gesti e fiducia davvero rari oggigiorno.

Il museo dedicato all’ambiente della stalla merita una sosta, non fosse altro per ammirare gli oggetti che sono stati rinvenuti e così conservati a futura memoria, ma anche per assaporare uno stile di vita che sembra così lontano da noi, eppure risale a non più di un paio di generazioni fa.

Oggetti all’interno del museo di Senarega

E’ bello imbattersi negli strumenti usati nell’indotto che derivava dalla stalla. I pannelli illustrativi consentono di ricostruire la vita della valle, con la stalla come luogo di aggregazione nei mesi invernali. Ma la stalla intesa anche come fucina per la fabbricazione dell’utensileria domestica. Non solo, nella stalla si era usi alla fienagione, alla produzione del formaggio, al ricovero del fogliame dai boschi per la produzione dello stallatico. Insomma, una vita che pulsava, al ritmo cadenzato delle stagioni, all’interno delle mura in pietra della stalla.

Consiglio anche di leggere i pannelli illustrativi e i fogli scritti dagli ultimi testimoni della zona, anche per capire quali sono le radici storiche di un’area che ha molto sofferto e molto lavorato.

Un’ultima vista di Senarega

Nel giro ad anello tra le stradine, prima di riconsegnare le chiavi a chi ce le aveva offerte, ecco incrociare una signora intenta a trasformare gli oggetti in un’arte che si plasma con l’ambiente circostante. E’ un momento assolutamente piacevole ed imperdibile, che ci fa scoprire come si possono riadattare oggetti antichi, o addirittura vecchi, restituendogli vita e giovinezza.

Un po’ di fantasia e il borgo riprende vita

Quando sta per calare il sole l’aria diventa piacevolmente più fresca, e a fatica si sale in auto per far ritorno alla città, nella sua calura notturna. Il ristorante, con i suoi spazi all’aperto, favoriti da questa situazione emergenziale, indubbiamente è una grossa tentazione.

Mi sono comunque riproposta di tornare a Senarega in una bella giornata di sole, magari tra dicembre e gennaio, quando il clima rigido trasforma il paesaggio, e il profumo della legna che scoppietta nel camino ci avvolge di un’atmosfera agreste.

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