Godersi il foliage al tempo del Covid

Perchè parlare del foliage al tempo del Covid? Molto semplice, perchè l’autunno, con i suoi mille colori della natura, è sempre stato un momento per dedicare una vacanza improntata al rilassamento.

Quest’anno, purtroppo, a causa delle ben note restrizioni e di un clima emotivo che non invoglia a pensare alle vacanze, ci si deve limitare a quello che ci circonda. Salvo poi scoprire che non ci si arrangia più di tanto.

Infatti, vorrei proporre due località davvero interessanti per chi ama questo genere di panorama, entrambe non lontane da Genova. Una è la foresta del monte Penna in Val d’Aveto, l’altra, in Piemonte, riguarda i vigneti delle Langhe.

La Val d’Aveto e il suo foliage

Ho già avuto modo di soffermarmi a parlare della Val d’Aveto per la sua bellezza mozzafiato, grazie ad una natura incontaminata e a un rapporto dell’uomo con questo territorio che si fa risalire alle epoche primitive. Però, in autunno credo che la natura dia il meglio di sè.

Mio luogo privilegiato della valle è certamente la foresta del monte Penna, una sterminata distesa di faggi, anticipata da castagni che ben si armonizzano nell’ambiente circostante.

Ma, partendo dal passo della Scoglina e addentrandosi nella valle, un po’ ovunque l’occhio spazia su colori che vanno dall’oro al bruciato, dal rosso ai colori più tradizionali delle sempreverdi.

Poi, certo, quando cominci a salire e le case, già limitate, si diradano ulteriormente, lasciando posto alla natura, le sue pennellate ricoprono i monti di una coperta variopinta.

Non so se mi attragga di più il silenzio assordante, o quel profumo di aria pulita, o, ancora, il riappropriarmi anche solo per un pomeriggio di me stessa; qualunque sia l’emozione predominante, non vi si resiste.

La foresta del Penna come una tavolozza di colori

Gli innumerevoli sentieri che si snodano all’interno del bosco offrono paesaggi incantevoli, e un’occasione per un po’ di movimento tutto l’anno. Si può arrivare anche al passo del Chiodo (mt. 1452), parcheggiare l’auto e poi decidere la direzione da prendere. Ovunque, il foliage è presente.

In ogni caso, non si resterà delusi. Credo, comunque, che al primo impatto ciò che colpisce maggiormente sia la distesa infinita di faggi, uno vicino all’altro, tutti dritti, che svelano un mondo al loro interno fatto di piccoli rumori.

Sotto ai piedi si sente il crepitare delle foglie secche, a creare un tappeto; e poi piccoli rivi che scorrono ora pigri nei tratti in piano, ora più vivaci vicino alle pietre. Per non parlare del vento quando soffia tra le fronde, sprigionando quegli odori tipici del bosco.

Il rivo e i suoi rumori

Comunque, tutta la valle, come dicevo, offre occasioni per ammirare i colori dell’autunno. Direi che, dopo aver avuto modo di apprezzare la zona durante l’estate, per il verde dell’area e per una temperatura davvero invidiabile, l’autunno non sia da meno.

Per nulla malinconico, offre al contrario l’occasione di un percorso introspettivo durante le piacevoli passeggiate a disposizione.

Le Langhe e i vigneti in autunno

Tutto un altro ambiente, nello stesso periodo dell’anno. L’autunno offre tra i vigneti del Piemonte uno sguardo d’insieme davvero notevole.

Anche in questo caso si tratta di una gita di un giorno da Genova, con la possibilità di ammirare i vigneti che, al termine della vendemmia, si tingono di rosso, giallo, marrone.

Le località che meritano una visita anche in questo caso sono molteplici, per cui conviene fare una scelta, se si vuole visitare bene qualcuna di esse. Nel mio caso ho limitato l’accesso a Barbaresco e Grinzane Cavour.

Purtroppo l’accesso a Barbaresco è solo pedonale, anche se giustamente, proprio per limitare il traffico all’interno del piccolo borgo. Ma qui si ha anche l’opportunità di una piccola area picnic, da me prontamente sperimentata.

I vigneti sono comunque fantastici e ben meritano la notorietà che li avvolge. Lo sguardo d’insieme, poi, che si perde tra le colline dai lunghi filari che si susseguono a perdita d’occhio, è di quelli che non si dimenticano facilmente.

I vigneti che si armonizzano con le colline

Che il paesaggio meriti lo conferma anche il numero di turisti e fotografi che si incrociano lungo il percorso, tutti attratti da un foliage d’autore.

La cura con cui sono mantenuti i vigneti testimonia l’arte e il grande lavoro che c’è dietro, rappresentando un settore produttivo, invidiato da tutto il mondo.

Barbaresco, poi, con il suo omonimo vino e vigneto, è una di queste importanti realtà che meritano la nostra attenzione.

Sali e scendi dalle colline e in pochi chilometri si arriva a Grinzane Cavour, dove troneggia il suo castello attorniato dai vigneti, residenza ideale di Camillo Benso, conte di Cavour.

L’enoteca al suo interno già fa capire quanto sia stato e sia tuttora evidente l’unione di questa località al vino. Lo studio sulla tipologia di vigneto che Cavour aveva posto in essere ha portato alla coltivazione del nebbiolo.

Da questi primi esperimenti si è poi sviluppata la coltivazione intensiva che si può ammirare oggi a perdita d’occhio proprio dal piazzale intorno al castello.

Castello di Grinzane Cavour

A Grinzane è anche possibile seguire il “percorso di Cavour“, attraverso i vigneti, per calarsi almeno in parte in quell’atmosfera che il conte viveva quotidianamente. Certo, al giorno d’oggi manca sicuramente il silenzio, e un ritmo della vita cadenzato sull’andamento del sole, ma il foliage è rimasto lo stesso.

Di certo, comunque, è magnifico ammirare la distesa dei filari che addolciscono le colline a perdita d’occhio, e magari fermarsi ad assaporare un bicchiere di questo vino nobile.

I caldi colori delle foglie in autunno

La sera arriva sempre troppo presto e, purtroppo, bisogna far rientro a casa. Però una giornata trascorsa in mezzo alla natura consente di ricaricare le pile prima di ricominciare una nuova settimana. Questo anche a conferma di come la natura sia bella in qualunque stagione dell’anno.

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