Metti un giorno a Vernazza

Le Cinque Terre sono nell’immaginario collettivo un posto da favola, da raggiungere in qualunque modo: con il treno, a piedi attraverso qualche sentiero che corre lungo la costa, piuttosto a nuoto!

Per me che sono legata alla provincia della Spezia profondamente, ogni angolo, ogni pietra di questa terra ha un sapore molto speciale.

Detto questo, le Cinque Terre rappresentano un esempio di terra strappata alla natura con il lavoro pesante dell’uomo, di un mare indomito eppure domato da chi vive questi borghi da secoli.

Una terra bellissima, meta turistica tutto l’anno. Ma forse, per chi abita in Liguria, il periodo migliore per visitare queste zone è proprio finita la stagione estiva, meglio ancora se arriviamo all’inverno.

Così, ad ottobre, complice una bella giornata di sole, non più afosa, mi sono organizzata dalla Val di Vara per andare a Vernazza.

E’ bellissima la strada che dopo Pignone, anziché scendere dal Santuario di Soviore verso Monterosso, si dipana lungo la costa in direzione La Spezia, per raggiungere gli altri quattro borghi.

C’è una veduta mozzafiato, soprattutto duecento metri dopo l’incrocio. Nelle giornate terse si riesce anche a vedere il Golfo del Tigullio, in direzione di Genova.

E quando sei lì, tra la distesa senza fine del mare e questa costa selvaggia, impervia, eppure così affascinante, non puoi fare a meno di pensare che intanto questa meraviglia è tutta italiana, è tutta ligure.

I turisti stranieri lo sanno molto bene, viste le numerose presenze…

Al successivo bivio per Vernazza scendo lungo la strada, scoscesa e stretta, che sembra correre al mare. Un breve pensiero alle poesie di Eugenio Montale, gran frequentatore di queste zone.

“E’ la Liguria una terra leggiadra/ il sasso ardente, l’argilla pulita/ s’avvivano di pampini al sole”: così scriveva il poeta, che sapeva cantare la Liguria con i giusti toni delle giornate di sole, dei colori delle case a picco sul mare, delle fasce di terreno coltivate a ulivo o a vite.

Un sapore antico, un sapore che affascina, che sa di mani sporche di terra, arse dal sole, mani che raccontano una lunga storia.

Consapevole di tutto questo, mi affretto a parcheggiare l’auto nel piccolo parcheggio che si trova lungo la strada e comincio a percorrere il tratto pedonale prima di arrivare nel borgo vero e proprio.

Il borgo si apre allo sguardo dopo l’ultima curva

Subito come si entra nel paese non si può non notare lo sfavillio di colori delle facciate delle antiche case. Le strette vie le separano, ma non troppo, a motivo difensivo e, inevitabile, per sfruttare quel limitato spazio disponibile.

A Vernazza non può mancare una salita al belvedere. Ci si arriva prendendo l’inizio del sentiero che conduce a Corniglia, l’altro borgo delle Cinque Terre che si incontra proseguendo in direzione La Spezia.

Gradoni irregolari, rinforzati dalle pietre, una salita tra le case e i piccoli giardini. Una salita che pian piano lascia apparire il borgo in tutta la sua interezza e bellezza.

Si incontrano lungo la strada tanti escursionisti e turisti. E non potrebbe essere altrimenti, siamo ancora dentro al centro abitato e lungo un passaggio obbligato per chi intende assaporare la bellezza di questi luoghi nel modo migliore: camminando.

Il borgo di Vernazza con tutti i suoi colori

Quando si decide di raggiungere località liguri, consiglio sempre di andare ben attrezzati: scarpe da trekking e borraccia piena di acqua non devono mancare, al pari dell’apparecchiatura fotografica.

Continuando a salire, oltre a prendere coscienza che si è sempre fuori allenamento, anche se abituati a camminare, e anche tanto, in città, si viene avvolti da un insieme indescrivibile di emozioni: odori, colori, meraviglia.

Tutto ciò stimola ad andare avanti, ad arrivare al belvedere, spinti dalla curiosità di verificare quanto “bello è questo vedere”.

Arrivo infine al posto designato e, dopo aver atteso un momento che chi era arrivato prima si godesse il panorama per poi lasciare lo spazio, ecco accostarmi alla ringhiera.

Veduta del borgo di Vernazza dal belvedere

Una volta appagati da tanta meraviglia, si ridiscende verso il borgo e da qui si prosegue chiaramente per la visita lungo le stradine, con i negozietti e i locali tipici.

E’ chiaro che se l’obiettivo è quello di visitare le Cinque Terre in un giorno solo è un po’ una corsa contro il tempo. Generalmente io preferisco immergermi nell’atmosfera del luogo, operazione che mi richiede più tempo e un ritmo più tranquillo.

Per questo motivo che in un giorno non sono riuscita a girare più di un borgo. Tra l’altro, sulla strada del ritorno, ogni castagno lungo la strada era una tappa obbligata per raccogliere le castagne, con la previsione di preparare gustose caldarroste appena arrivata a casa.

Bel giro, deviazioni incluse, ma gustiamolo con la dovuta calma.

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