FOTOGRAFIA E BENESSERE PSICOFISICO

L’era geologica che si è aperta oltre due anni fa ha portato alla luce alcune difficoltà nel relazionarsi con gli altri, specie di persona.

Chiusi in casa, si è pian piano insinuata in ciascuno di noi la paura dell’altro. Rapporti umani vissuti fino ad allora con assoluta spontaneità si sono trasformati nella materializzazione dell’altro come un nemico. Tutto ciò che fino ad allora ci veniva spontaneo improvvisamente ci è diventato ostile. Da qui le chiusure in noi stessi, l’isolamento e, in alcuni casi, l’inizio di problemi  che sono sfociati nei casi più gravi in disturbi psicologici.      

Non sono un medico, però ho vissuto e vivo anch’io la quotidianità con le sue difficoltà. E questo è un periodo davvero difficile, che probabilmente ha modificato in maniera irreversibile la nostra mentalità. Irrimediabilmente, a meno che non riusciamo a reagire, trovando in noi stessi la forza  e i motivi per cambiare l’inevitabile corso degli eventi.

Io ho trovato questa forza di reazione nella fotografia, senza studiarmi a  tavolino un reale fine da seguire per non sentirmi ingabbiata in quelle logiche folli. La fotografia è la manifestazione interiore del mio essere e vivendola in questo modo mi consente di affrontare quotidianamente le giornate, i mesi, gli anni con uno spirito diverso dalla maggior parte delle persone.  Sovente mi sono sentita dire in questo periodo: “Complimenti per la tenacia con cui riesci a reagire!” Da queste frasi, prima saltuarie poi via via più frequenti, ho cominciato ad analizzare il mio stato d’animo  e i miei interessi.

 Per me un ruolo fondamentale lo gioca la macchina fotografica, ma ritengo che comunque qualunque forma artistica ricopra certamente questo ruolo.  Così, di seguito, cercherò di spiegare come è avvenuto in me questo spostamento di attenzione da martellanti notizie sempre negative ad aspetti ed interessi percepiti positivamente. Con sviluppi sorprendenti anche nella valutazione della mia vita, fino a cercare di realizzare sogni che tenevo nel cassetto, e anzi trasformarli in progetti reali.

Fotografia e interesse come benessere

Ciascuno di noi ha uno o più interessi nella vita, che generalmente inseriamo nel grande scatolone degli “hobby”. Può essere un’attività culturale, sportiva, artigianale. Ma in ogni caso è un interesse che vogliamo noi LIBERAMENTE, e proprio qui sta il suo successo.

Il lavoro, lo stile di vita, non sempre sono situazioni che riusciamo a scegliere con piacere. Dobbiamo lavorare per vivere, e quindi se non riusciamo a fare quello che abbiamo in mente facciamo quello che ci capita, pur di avere uno stipendio che ci consenta di andare avanti. Stesso discorso per lo stile di vita: quante volte mostriamo un’esteriorità che non ci rappresenta, solo per assecondare l’attenzione degli altri e non sentirci esclusi dai circuiti sociali?      

Per i nostri interessi l’atteggiamento personale è totalmente diverso. Se decidiamo di andare a correre o di cominciare a dipingere o di seguire lo yoga lo facciamo per nostra scelta, perchè manifestiamo un interesse per queste discipline svincolato da un tornaconto materiale. Possiamo, in poche parole, asserire ciò: PRATICARE UN INTERESSE E’ UNA SCELTA LIBERA. O meglio, deve essere una scelta libera, altrimenti non è più un nostro piacere, ma rientriamo nel discorso iniziale degli obblighi.

La libera scelta, quando è reale, fa sì che la persona si senta spinta a realizzarla, fino al punto di maturare un obbiettivo che riconosce positivo in sé.

Per me la fotografia ha rappresentato un importante ritorno nel 2018, dopo un periodo di grave crisi personale. Già da ragazza avevo la macchina fotografica analogica e per me è stata una compagnia inseparabile per anni. Poi l’inserimento nel mondo del lavoro, le priorità della vita che cambiano, e improvvisamente ti trovi a dare importanza solo a ciò che è monetizzabile, perché comunque devi vivere. O sopravvivere, dipende dai punti di vista.

Fino al 2018. In una frazione di secondo, la vita ti cambia totalmente e ti rendi conto che ad accantonare tutto ciò che è tuo interesse è un grave errore. Qualche giro nel negozio di attrezzatura fotografica, un po’ di informazioni raccolte, e poi la decisione per un acquisto di un prodotto entry. Conviene sempre iniziare dal livello base, anche per imparare a maneggiare la macchina fotografica digitale con personalità. Ormai il primo passo era fatto. L’interesse iniziale era nel capire come utilizzare la reflex. E la soluzione migliore era andare in giro e cominciare a scattare.

Il secondo passaggio è stato seguire un corso che introducesse alla fotografia. Un modo anche per conoscere altre persone, e parlare di argomenti positivi.

Il successivo passo avanti è stato cominciare a capire su quale tipo di fotografia manifestassi più interesse. Con questi passaggi successivi sono arrivata all’inizio del 2020, quando il buio è calato inesorabile sull’Italia. Sembrava di vivere sospesi. Il silenzio era squarciato dalle sirene dell’ambulanza che costantemente apriva ferite nel mio animo.

Consapevolmente o inconsapevolmente, ho seguito il mio interesse, approfondendo intanto la post-produzione e l’archiviazione degli scatti della vita precedente il Covid. E’ stato un impegno che mi ha occupato molto tempo, ma mi ha portato anche ad essere più critica sul mio lavoro. Ormai mi ero resa conto che la mia mente lavorava dietro la fotografia anche quando non me ne occupavo direttamente. Il mio interesse stava diventando qualcosa in più di un hobby.     

Concentrazione durante l’attività fotografica

E’ proprio in questo passaggio da sporadico interesse a passione che ha assunto un aspetto importante la CONCENTRAZIONE.

Concentrarsi su ciò che si sta facendo significa essere assorbiti, non asserviti, a un certo obbiettivo. Significa che corpo e mente riescono ad estraniarsi dall’ambiente esterno. Stanno seguendo una manifestazione del proprio stato d’animo che gli sta lanciando proposte positive. E naturalmente la nostra mente tende alla ricerca del proprio benessere, individuandolo in ciò che la rivitalizza.

Progressivamente, ci si rende conto che quando si segue un proprio interesse tutte le tossine nocive accumulate in noi cominciano a scomparire. Ciascuno di noi, se interroga il proprio io, è in grado di individuare le proprie reazioni. Il bambino forse lo fa più istintivamente, l’adulto più razionalmente, ma in entrambi i casi l’impulso viene da dentro di noi. La concentrazione come secondo passaggio, dopo aver individuato l’interesse, ha fatto in modo che nel periodo del lockdown cominciassi a pianificare i miei progetti. In questo modo, consapevole del fatto che potevo contare su ampio tempo a disposizione per dedicarmi al mio interesse, potevo curarlo fin nei minimi particolari.

La concentrazione su un progetto da me voluto ha rappresentato una spinta decisiva per isolarmi da tutte le notizie negative che giungevano da ogni parte. La mia mente era focalizzata più su altri binari che mi avevano portato a guardare alle difficoltà della vita, il Covid come altre, in maniera più distaccata. Non per mancanza di sensibilità, ma perché la mente, quando non è assorbita solo da un unico argomento, riesce a essere sgombro da condizionamenti. Questo per qualunque motivo: problemi sul lavoro, problemi familiari, problemi economici. E’ un po’ come calarsi in un mondo fantastico, rendendolo reale.

Questo è uno dei vantaggi della concentrazione su un obbiettivo positivo. Ci si sente rinfrancati e assolutamente propositivi per sé e per gli altri. Come si dice nel linguaggio corrente: ESSERE SUL PEZZO. I nostri interessi vanno coltivati con impegno e concentrazione, senza rimandare.

Consapevolezza nella fotografia

Un altro aspetto molto importante che ha contribuito e contribuisce quotidianamente a concentrare l’attenzione su aspetti positivi è la CONSAPEVOLEZZA . Nel mio caso, la consapevolezza si è manifestata quando ho cominciato a realizzare che pensare alla fotografia nelle sue diverse forme mi rigenerava. Per esempio, la preferenza accordata ad un libro di storia della fotografia piuttosto che al martellamento mediatico contribuisce a tenere sotto controllo lo stato ansioso tipico delle sollecitazioni da stress. E’ la consapevolezza di mettersi in gioco in un’attività sempre nuova, se la si riesce a manifestare così come scaturisce dal nostro stato d’animo. Pensare a un progetto fotografico è partire infatti da un’IDEA, pensare a come realizzarla, fare proprio uno schema di programma su come possiamo attuare il tutto, avviare la nostra attività. Gli scatti in genere non si risolveranno in una sola uscita, ma consisteranno in più interventi, perché ogni volta che il lavoro viene scaricato a pc ci si scoprirà molto critici. La critica è infatti rappresentata dal vedere o meno riflessa la propria idea nei contenuti che si passa a visualizzare. Proprio in questa fase si capisce quanto siamo stati concentrati nella fase di scatto, perché se mettiamo in contatto mente, spirito e corpo (attraverso l’attività manuale di utilizzo della macchina fotografica), il risultato è più vicino a quello che abbiamo individuato. Quando ci lasciamo fuorviare da altri pensieri e non siamo in sintonia con quello che stiamo facendo, il risultato non ci darà soddisfazione.

Ritengo che proprio il corretto approccio ci dia il giusto metodo per trovare soddisfazione in ciò che stiamo facendo, ripulendo la mente da altre tossine. Questa esperienza è tanto più utile quanto più la si condivide con altre persone che magari sviluppano interessi diversi dalla fotografia. Infatti, alla fine tutti questi percorsi tendono ad un medesimo fine: elevare la persona al di sopra dei condizionamenti esterni. Prestando attenzione a questo processo mentale e cercando di condividerlo con chi si dedica ad attività creative è comunque emersa una similitudine nel processo mentale ed emotivo. Proprio su questa considerazione è nata una maggiore consapevolezza di come per me la fotografia diventi terapia del benessere. La consapevolezza di ciò avvia un processo di miglioramento del proprio stile di vita e una radicale modifica, oltre che del ritmo degli impegni quotidiani, anche delle priorità da seguire. 

Realizzazione del progetto fotografico

E veniamo all’ultimo aspetto di questo approccio motivazionale: sviluppare la realizzazione del progetto. E’ stata la fase finale di tutto il lavoro fin qui seguito: vedere realizzato ciò per cui si è dedicate tante energie. Nel mio caso la manifestazione finale è stata nella pubblicazione del mio ultimo libro “Sfumature dorate di Scozia”, dove finalmente ho voluto sottolineare pensieri esprimendoli sia in parole sia in immagini. Il rivivere con il pensiero un tour fotografico autunnale nella Scozia centrale è stato un riassaporare certe emozioni, un immedesimarsi di nuovo in quella settimana di studio della luce e di atmosfere che si rimpiangono. Ma è stato anche un momento nel quale ho organizzato corsi di “Diritto e fotografia”, per cercare di trasmettere diritti e doveri a chi si approccia a questa forma d’arte in un Paese ove la burocrazia regna sovrana. Il cammino sta procedendo, con sempre nuovi progetti, tra i quali quello di percorsi turistico fotografici per aiutare ad immortalare nel modo migliore scorci panoramici e di forte impatto emotivo.

Questo breve percorso emozionale, scritto con l’obbiettivo di condividere con chi interessato le proprie esperienze, è solo un punto di partenza per allargare la visione del proprio modo di esprimersi e riuscire a migliorare la qualità della vita.

Diretta Instagram
del 9 Aprile 2022

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